Oggi, complici le nuove tecnologie, molte cose sono cambiate e chi lavora in una casa editrice non è più il classico topo di biblioteca che passa le sue giornate a divorare manoscritti. Ogni anno sono tanti i giovani che sognano di entrare in questo settore; fortunatamente l’offerta didattica per chi vuole professionalizzarsi e lavorare in una casa editrice è varia e ben distribuita in tutta Italia.

Per lavorare in questo campo è necessario, principalmente, avere una spiccata propensione alla lettura e alla scrittura, precisione, rispetto delle scadenze e buona volontà. Tutto questo però non basta poiché sono pure richieste competenze linguistiche e letterarie, conoscenze delle principali tecniche di scrittura e cultura umanistica di base che non si acquisiscono necessariamente con una laurea. Infatti, per chi ha meno tempo o sta già lavorando ma vuole approfondire alcuni aspetti di questo settore in evoluzione (o più semplicemente acquisire le conoscenze di base richieste per entrare a lavorarci) esistono numerosi corsi anche di breve durata. Certo avere una cultura umanistica in Lettere, LingueScienze della Comunicazione di sicuro aiuta; inoltre alcune case editrici sono specializzate in pubblicazioni scientifiche e richiedono quindi delle lauree tecniche.

Frequentare un corso o un master apposito renderà ancora più semplice entrare in questo mondo perché approfondisce molti argomenti che all’università vengono trattati solo superficialmente!

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Le Figure Professionali

Solitamente nelle piccole aziende il proprietario e l’editore sono la stessa persona e non ci sono dei ruoli ben definiti. Invece nelle case più grandi i ruoli sono specifici e il lavoro segmentato. Andiamo a vedere ora le figure principali:

  1. L’editore è colui che ha l’ultima parola e che controlla non solo la produzione, ma anche il bilancio aziendale. Programma e realizza sistemi per far conoscere le proprie pubblicazioni, si occupa del pagamento di stipendi, utenze, diritti d’autore e fornitori, valuta le copertine, mantiene i rapporti con autori, agenti letterari, case editrici straniere, librerie ecc…
  2. Il direttore editoriale consiglia e porta avanti le linee guida generali della casa editrice. È la figura principale che non solo segue tutta la fase della pubblicazione di un libro ma decide quali scrittori pubblicare. Si occupa della gestione delle risorse umane e ascolta le proposte dei suoi collaboratori.
  3. Il correttore di bozze è l’addetto alla ricerca di errori grammaticali, refusi e ripetizioni.
  4. Il redattore/editor lavora a stretto contatto con grafici, autori, correttori di bozze e sotto il controllo del capo redattore. Si occupa della gestione di tutte le fasi editoriali della produzione e della stampa di un libro, prepara la quarta di copertina, le schede promozionali, le recensioni e svolge il controllo della copia cianografica del libro.
  5. Il traduttore è addetto alla traduzione dei libri nelle varie lingue da lui conosciute. Frequentemente solo le grandi case editrici hanno personale interno che svolge la mansione del traduttore. I traduttori, infatti, sono per lo più freelance.
  6. Il grafico editoriale si occupa dell’estetica e parte grafica dell’opera. Usa software professionali di manipolazione per immagini e testi.
  7. Il promotore editoriale svolge l’attività di promozione presso le case di distribuzione editoriale, promuovendo e distribuendo materiale pubblicistico/informativo nelle librerie, sul web e sulle riviste specializzate.
  8. Il lettore professionista ha il compito di leggere, analizzare e valutare i manoscritti. È il lavoro ideale per chi è appassionato di lettura. Al termine di ogni lavoro compila una scheda di valutazione che influisce sulla sorte editoriale del libro.

A queste figure si aggiungono: giornalisti, professionisti del web, social media manager, content manager, content editor, technical writer, copywriter, knowledge manager, web publisher.

Nell’editoria le differenti mansioni si possono svolgere non solo in una casa editrice ma anche presso testate, piattaforme di blog, o come editore fai da te prendendosi qualche rischio.

Quando vi sentite pronti

Visionate la lista delle case editrici presenti su tutto il territorio nazionale (anche le più piccole), consultate i loro siti alla ricerca di opportunità di lavoro e inviate il vostro c.v. per candidarvi a una posizione lavorativa o ad uno stage. Tenete presente che spesso le case editrici preferiscono puntare su giovani motivati e dinamici dotati di grande flessibilità e con un’ampia cultura di ordine generale alle spalle.

Perché per musei e strutture culturali è utile far parte dei poli?

Nell’ambito territoriale di competenza il polo valorizza e gestisce musei, istituti e luoghi di cultura (statali o privati) che ne fanno parte. Per adempiere a tali compiti il polo stabilisce strategie e obiettivi comuni di valorizzazione, promuove l’integrazione dei percorsi culturali e itinerari turistici.

Qualsiasi attività culturale dovrebbe prendere coscienza dell’utilità di far parte di un aggregazione, ossia di un polo culturale.

Obiettivi interessanti che un polo può porsi sono:

  • valorizzazione del patrimonio;
  • supporto nella gestione;
  • miglior integrazione tra cultura e turismo;
  • aumentare la propria visibilità;
  • collaborazione e interazione con strutture culturali di profili differenti per attrarre un maggior numero di visitatori;
  • collaborazione per l’identificazione delle migliori tecniche sulla conservazione e restauro di un bene;
  • produzione congiunta di beni (bookshoop, libri, guide, gadget, ecc…) da poter vendere per ottenere un ulteriore ricavo;
  • mezzi di trasporto che possono essere usati da più strutture;
  • organizzare eventi collettivi;
  • massimizzazione del rapporto tra i benefici e costi connessi all’esperienza culturale;
  • permettere di ricostruire un quadro della domanda e dell’offerta turistica e culturale.

Le attività culturali che già fanno parte di un polo o sistema museale insieme hanno creato cataloghi e guide, organizzato più mostre ed eventi, messo a disposizione servizi multimediali e attività didattiche, hanno aumentato il numero di visitatori e ottenuto maggiori finanziamenti pubblici. Questi sono tutti effetti positivi della collaborazione rispetto all’isolamento, specie in tempi di crisi dove la rete tra più strutture salva i piccoli musei che, da soli, faticano a dotarsi di personalità.

In conclusione la rete museale, o polo culturale che sia, costituisce un punto di riferimento per rispondere alle molte criticità del settore quali:

  • offerta di servizi incompleta o insufficiente;
  • offerta di eventi concentrata in alcune aree e di limitato impatto di pubblico;
  • strumenti di comunicazione poco diffusi e di limitata caratura promozionale;
  • disponibilità di personale apparentemente consistente ma distribuito in modo inefficace;
  • bassa disponibilità alla creazione di reti e sistemi;
  • scarsa connessione con circuiti turistici.
Museo di Capodimonte - Napoli
Museo di Capodimonte – Napoli

Perché per musei e strutture culturali è importante stare sul web?

Nel mondo d’oggi la rete e il web diventano sempre più un investimento su cui puntare per il futuro essendo internet la piattaforma principale con la quale raggiungere la maggioranza dei giovani e delle nuove generazioni. I vecchi media, come radio e tv, raggiungono un numero inferiore di utenza e hanno un costo pubblicitario maggiore. I dati già parlano chiaro: anche nel mondo delle attività culturali funziona la condivisione di comunicazione, l’uso di siti web e dei social network. Specialmente musei e strutture culturali più piccole e meno note possono inquadrare nel web il loro principale alleato per farsi pubblicità, ascoltare l’utenza, indicare dove farsi trovare, fare branding, valorizzare prodotti e servizi, generare lead, vendere e fidelizzare a costi ben più contenuti rispetto ad altre piattaforme, massimizzando i risultati. I dati dimostrano che le strutture attive sul web (di qualsiasi natura esse siano) crescono più in fretta e raggiungono più utenza, anche quella di livello internazionale.

In conclusione, per molte persone oggi se un‘attività non è presente su internet semplicemente è come non esistesse perché esserci rappresenta un simbolo di maggior affidabilità e presenza per l’utente. Molte persone cercano informazioni per i loro itinerari esclusivamente su internet e non raggiungere una tale fetta di popolazione risulta veramente poco conveniente per qualsiasi tipo di business.

La correzione di bozze fa parte dei mestieri del giornalismo e dell’editoria ma la si può trovare anche in altri settori. A spingere il correttore di bozze nel suo lavoro è principalmente la passione per la lettura ma anche il gusto per la precisione e la qualità del prodotto in quanto serve molta pazienza e rigore per svolgere questa mansione.

Esaminiamo più nel dettaglio tale figura lavorativa.

Si occupa di correggere la bozza di un testo qualsiasi partendo dai più impegnativi libri fino anche alla più piccola delle brochure. La bozza è una copia/stesura non ancora definitiva o completa che deve ricevere una o più revisioni per eliminare i vari tipi di errori possibili nella scrittura di un testo e adattare l’opera alle norme redazionali della casa editrice (se presenti).

Perché è necessario che più occhi valutino la stessa opera?

8_Aleksandr_Deyneka_Donna_con_libroSpesso a una sola persona (specialmente se si tratta dell’autore stesso) sfuggono molti dettagli ed errori, sia per distrazione che per stanchezza. Questo non accade quando sono coinvolte più persone: “più occhi” possono notare e correggere inesattezze e incongruenze. Teoricamente una bozza è la fine di un processo di editing e revisione senza errori di forma ma con errori di distrazione o sviste. Di fatto il correttore di bozze spesso si ritroverà a fare un lavoro di editing che è un vero e proprio intervento sul testo (può arrivare fino a scrivere o riscrivere intere frasi) con lo scopo di migliorarlo eliminandone i difetti fino a raggiungere il prodotto finito. Nonostante i correttori automatici e i vari progressi tecnologici il correttore di bozze sarà sempre un mestiere ricercato poiché il computer non è ancora in grado di rimpiazzare la creatività umana fondamentale in questa attività che non è solo semplice correzione grammaticale!

I vari corsi sull’editoria e in particolare quelli sul correttore di bozze possono aprire tante possibilità lavorative e permettono di capire se il mondo dell’editoria può dare un futuro. Un autodidatta, per quanto bravo, difficilmente farà molta strada; il modo migliore per perfezionarsi resta dunque lavorare sotto la supervisione di veri professionisti.

Quali caratteristiche è bene avere prima di scegliere questa carriera?

Sicuramente è necessario avere ottima conoscenza della lingua italiana, lettura spedita, e buona concentrazione. Ma ora rispondiamo alla domanda che di sicuro interesserà chi ancora è indeciso se intraprendere questo percorso lavorativo o meno.

Si può vivere facendo il correttore di bozze?

La risposta non è semplice perché oggi per essere “presi” da una casa editrice servono competenze tecniche che si imparano e si affinano soprattutto con la pratica. Infatti, gli editori, spesso preferiscono servirsi di personale o collaboratori già formati. Nelle case editrici (soprattutto quelle di medie-piccole dimensioni) i redattori sono di frequente carichi di lavoro e accade spesso che si affidino a correttori di bozze esterni o stagisti; da notare, quindi, che quella del freelance è la formula più usata per questo mestiere. Concludiamo dicendo che anche i privati possono richiedere tale lavoro e bisogna pure considerare che un correttore di bozze può lavorare tranquillamente da casa.

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“Il correttore di bozze in una casa editrice”

Per scrivere un libro bisogna avere un’ispirazione, un determinato argomento e buona conoscenza della lingua da usare tenendo conto che, per l’italiano, non solo è necessario sapere la grammatica ma anche la sintassi.

Poi è opportuno (ma non necessario) aver letto altre opere simili o dello stesso genere di autori vari.

Fase 1

Cominciare ad appuntare le idee per poi seleziona le migliori. Non domandarsi se al lettore piacerà la propria opera poiché tutti i lettori hanno gusti letterari differenti.

Gli errori possono essere corretti in seguito per cui, inizialmente, non preoccuparsi della forma né farsi limitare dalle regole della scrittura, ma concentrarsi sulla stesura della storia.

Fase 2

Porsi giornalmente degli obiettivi minimi di scrittura. Quando si è bloccati puntare comunque a raggiungere l’obiettivo di scrittura che ci si è posti. È sempre consigliabile lavorare in luoghi calmi, possibilmente silenziosi e in solitudine, con la giusta illuminazione in modo da mantenere facilmente la concentrazione.

Fase 3

Non serve tenere nascosta la propria opera finché non la si ritiene pronta anzi, è opportuno chiedere spesso e fin dal principio l’opinione su ciò che si è scritto a persone di cui ci si fida. Dopo aver letto e ascoltato le loro opinioni metterle da parte e solo dopo del tempo riflettere su quali consigli possono essere più utili per migliorare veramente il proprio libro.

Fase 4

Finito di scrivere concedersi una pausa vista come un mezzo che aiuterà poi a correggere il lavoro in maniera migliore. Procedere dunque alla rilettura per esaminare, correggere e modificare la propria storia apportando tutte le correzioni ritenute necessarie.

Rendersi conto che per revisionare un testo è molto utile il supporto di una figura in grado di “smontarlo” trovandone i problemi (anche partendo dal più piccolo errore di ortografia) e in grado di dare suggerimenti che, talvolta, possono rendere la tua narrazione più chiara e scorrevole senza alterarne il timbro e il tono col quale è stato scritto e per dare un aspetto più professionale al libro. Per questo conviene chiedere a un editore di leggere il tuo libro dopo averlo riletto e corretto.

Fase 5

Dopo aver realizzato la versione finale del libro assicurarsi che tutto sia in ordine con un controllo finale per esser sicuri che il testo sia pronto per la pubblicazione.

Fase 6

Promuovere il libro sui social media per raggiungere un ulteriore numero di persone (se non si è in grado di farlo da soli rivolgersi a figure professionali apposite).

Considerare la possibilità di rivolgersi a un agente che ti aiuterà a pubblicare e vendere il tuo libro poiché non sempre la casa editrice si occupa della promozione. Ricorda però che in molti casi sarai tu stesso a doverlo promuovere. Purtroppo, se l’ autore è sconosciuto, sarà più difficile trovare un suo libro. Tuttavia trovare un agente diventa più semplice dopo aver firmato un contratto di pubblicazione. Si può optare per pubblicare da soli il proprio libro, ma per raggiungere il grande pubblico è necessario rivolgersi a una casa editrice.

Fase 7

Attirare l’attenzione di editori e agenti dimostrando di avere un seguito e di saper promuovere la propria immagine. Una volta individuati il maggior numero di editori procedere ad analisi più approfondite su di essi (individuando le loro richieste e indicazioni). Non inviare mai l’unica copia originale della tua opera. Spedire copie del proprio libro a tutti gli editori disponibili a valutare il tuo lavoro. Tenere a mente che le opere non richieste e di autori inediti sono lasciate per ultime e vengono lette dopo diversi mesi. Se tutte le case editrici contattate scartano la vostra opera non demoralizzarsi. Niente è definitivo, dunque sarà necessario lavorare di più sul proprio testo, con determinazione ed autocritica e poi fare un nuovo tentativo proponendo un libro migliore. In ogni caso oltre alle case editrici a pagamento esistono piccole case editrici che pubblicano senza chiedere all’autore nessun tipo di contributo.

Conclusioni

Per concludere, ricordare che l’editing e la correzione bozze sono le voci di spesa che fanno alzare di molto i costi totali dell’auto-pubblicazione. Perciò si potrebbe valutare una soluzione fai-da-te, ma bisognerebbe poi valutare di che entità sarebbero le perdite, anche in termini di reputazione, se non si riesce ad offrire al pubblico un libro ben scritto che poi non compra e legge nessuno. Quindi alla fine si potrà optare per la strada dell’auto-pubblicazione, senza passare dall’editore, spendendo senza dubbio di meno in termini di costi, ma dovendosi occupare di tutto e avendo la certezza di avere minori ricavi sia come guadagno sia come lettori; oppure affidarsi a una casa editrice che (con tutte le figure professionali che la compongono e che ad essa sono associate, ad esempio: traduttore, grafico, correttore di bozze) possa garantirci maggior successo, un maggior numero di lettori e tutto un trattamento più professionale.

Spesso il dato più richiesto nella produzione di un testo in campo editoriale e giornalistico non è il numero di pagine ma il numero di battute inteso come ogni singolo carattere battuto su tastiera inclusi spazi e punteggiatura. Si rende dunque necessario effettuare un conteggio di battute che torna anche utile quando si devono scrivere testi o frasi che non devono superare una certa lunghezza, ad esempio gli SMS oppure i tweet di Twitter, o per brevi articoli e più in generale per farsi un idea della lunghezza della propria opera.

Per fortuna non è necessario fare questa procedura contando da sé le battute nel testo ma esistono diversi modi facili, veloci e gratuiti che svolgono questo lavoro al posto nostro.

Una procedura generica la si può trovare facilmente su internet in vari siti web che offrono un servizio di conteggio caratteri gratuito online presentando una casella dove basterà incollare il testo interessato e cliccare sul bottone di avvio conteggio.  Il testo inserito non viene memorizzato, viene semplicemente analizzato e subito dopo cancellato.

Una seconda procedura invece è specifica e varia a seconda del software di scrittura utilizzato; di seguito analizzeremo i tre principali.

1) MICROSOFT WORD sicuramente è il più famoso, fa parte della suite Office di casa Microsoft. Troveremo lo strumento di conteggio delle parole cliccando su “Revisione” nella barra di strumenti in alto. Una volta cliccato sul pulsante “Conteggio Parole” si aprirà una tabellina che indicherà diverse statistiche (pagine, parole, righe ecc) tra le quali anche quella che interessa a noi cioè il conteggio caratteri spazi inclusi.
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2) APACHE OPEN OFFICE WRITER è la scelta gratuità più utilizzata. Troveremo lo strumento di conteggio delle parole cliccando su “Strumenti” nella barra di strumenti in alto. Una volta cliccato sul pulsante “Conteggio Parole” si aprirà una tabellina che indicherà anche qua diverse statistiche tra le quali anche quella che interessa a noi, cioè il conteggio dei caratteri.
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3) LIBRE OFFICE WRITER: anche questo gratuito è il meno usato e meno conosciuto ma va lo stesso menzionato in quanto presenta un numero crescente di utilizzatori. Troveremo lo strumento di conteggio delle parole cliccando su “Strumenti” nella barra di strumenti in alto. Una volta cliccato sul pulsante “Conteggio Parole” si aprirà una tabellina che indicherà anche qua diverse statistiche tra le quali anche quella che interessa a noi cioè il conteggio dei caratteri spazi inclusi.
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Usi altri software di scrittura? Faccelo sapere!

Finanziamenti Europei

I finanziamenti europei per la cultura sono un’importante possibilità di business per chi lavora in questo settore. L’obiettivo di questi fondi non è solo finanziare ma anche divulgare l’identità culturale delle nazioni aderenti a questi programmi di cooperazione e sviluppo. Iniziamo a fare alcuni esempi.

Fondi Europei Diretti

Sono contributi distribuiti alle organizzazioni culturali richiedenti, direttamente gestiti dalla commissione europea. I beneficiari di questi fondi possono essere tutte quelle attività facenti parte dell’ambito culturale (escluso il settore audiovisivo) senza scopo di lucro e che hanno sede legale in paesi dell’UE. Il budget del contributo minimo è di 2.000 euro all’anno fino a un massimo di 500.000 euro. Sono coperti tutti gli oneri di finanziamento, ossia ogni spesa che un’associazione sostiene per lo sviluppo delle attività ordinarie.

Programma Europeo 2014-2020 Europa Creativa

È un programma europeo ideato per sostenere l’ambito culturale, audiovisivo e creativo che può contare su un budget di 1,293 miliardi di euro. I beneficiari sono le attività operanti nel settore creativo e culturale costituiti da almeno 2 anni con sede nei paesi UE. I suoi obiettivi sono promuovere e tutelare le diversità linguistiche e culturali europee. Nel dettaglio concede finanziamenti per progetti di

  • cooperazione europea;
  • creazione di reti europee;
  • creazione di piattaforme europee;
  • progetti di traduzione letteraria;
  • sviluppo delle conoscenze e competenze degli operatori culturali;
  • adeguamento alle tecnologie digitali;
  • sperimentazione di approcci innovativi per la sviluppo del pubblico;
  • sperimentazione di nuove modelli di gestione e di impresa;
  • cooperazione per lo sviluppo della carriera degli artisti e operatori culturali in Europa e oltre;
  • creazione di nuove opportunità di lavoro;
  • organizzazione di attività culturali internazionali (tournée, eventi, mostre, scambi, festival);
  • promozione della circolazione della letteratura europea;
  • progetti per stimolare l’interesse e migliorare la fruizione del patrimonio culturale europeo.

Finanziamenti Statali e Nazionali

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo fornisce diversi finanziamenti e agevolazioni a vari settori e attività (come quello al Fondo Unico per lo Spettacolo)

  • facilitazioni per gli immobili gravati da vincoli;
  • contributi diretti volti a sostenere l’attività di istituzioni e associazioni culturali;
  • la concessione del Patrocinio per eventi/iniziative Nazionali o Internazionali di elevata importanza culturale, artistica, storica, scientifica e turistica.

Andiamo a vedere degli esempi.

Contributo Ordinario dello Stato

Sono beneficiare le istituzioni culturali e viene assegnato triennalmente. Nel triennio terminato nel 2014 il budget stanziato è stato di 5,430 milioni di euro attribuiti a 103 istituti partendo da un minimo di 25,000 a un massimo di 280,000 euro. Requisiti utili sono:

  • essere un attività culturale continuativa da almeno 5 anni (o attiva da almeno 3);
  • assenza fini di lucro;
  • avere una programmazione;
  • disponibilità di un rilevante patrimonio bibliografico;
  • aver svolto per la propria attività la promozione e l’organizzazione di convegni, mostre, eventi e attività editoriali.

Le scadenze sono:

  1. il 30 maggio per i finanziamenti ordinari;
  2. il 31 marzo di ogni anno per finanziamenti straordinari;
  3. fine febbraio di ogni anno per contributi annuali per istituzioni non inserite nella tabella dei richiedenti.

Finanziamenti dall’ente erogatore Fondazione CR

Ha l’obiettivo di sostenere le attività culturali promuovendo l’istituzione di nuove o la riorganizzazione di quelle esistenti. I Beneficiari sono musei, mostre, istituti scolastici o d’arte, attività editoriali, esposizioni di arti visive e del patrimonio storico-culturale. I requisiti principali sono la tipologia di organizzazione culturale citata in precedenza (pubblica o privata che sia) e il vincolo che non venga richiesto il finanziamento per iniziative riguardanti opere di artisti viventi. La Scadenza è annuale e per maggiori informazioni si può compilare il modulo on-line della fondazione.

Finanziamenti Regionali

Anche le regioni sono molto attive nella valorizzazione della cultura e del proprio territorio nonché la protezione del patrimonio e delle aree di pregio. Attraverso il sostegno a progetti mirati le regioni puntano ad aumentare:

  1. la visibilità e attrattiva complessiva del bene;
  2. l’afflusso di turisti instaurando accordi con tour operator e sostenendo altri servizi del settore turistico;
  3. i legami della comunità locale;
  4. le possibilità di competere con altre attrazioni;
  5. la capacità di attrarre ulteriori finanziamenti collaborando anche con potenziali sponsor.

Andiamo a vedere un esempio per la Regione Puglia:

“Sistema dei Musei” (accordo programma Quadro)

Sono previste agevolazioni e contributi per chi intende effettuare questi tipi di interventi:

  • messa in rete del museo;
  • conservazione e restauro del bene;
  • voler creare banche dati disponibili su internet;
  • voler allestire laboratori didattici;
  • mettere a norma l’attività;
  • migliorare l’accessibilità per anziani e persone diversamente abili;
  • voler allestire nuovi spazi per il pubblico.

I beneficiari sono:

  • aree archeologiche;
  • musei;
  • archivi;
  • biblioteche;
  • teatri storici;
  • siti di rilevanza storica e culturale;
  • attività e complessi monumentali di interesse storico, artistico e culturale.

I requisiti sono:

  • avere un regolamento interno;
  • avere un direttore responsabile come coordinatore;
  • avere una regolare apertura al pubblico per un orario non inferiore alle 20 ore settimanali;
  • avere un progetto esecutivo.

Sono stati sostenuti 144 progetti e il budget stanziato ammonta a 62 milioni di euro.