L’ufficio stampa è quella struttura che all’interno di una organizzazione si occupa della gestione dell’informazione verso l’esterno  rappresentando un ente, un’azienda, una struttura (pubblica o privata) o un singolo individuo in tutti i rapporti con il pubblico esterno quali media e clienti.

In una società complessa come la nostra, la conoscenza da parte di un individuo avviene spesso attraverso l’esperienza mediata dai mass media. È per questo motivo che il compito principale di un ufficio stampa consiste nella gestione dei rapporti con i mass media, anche se questo non deve far dimenticare che i destinatari ultimi dei messaggi sono sempre i cittadini.

La funzione principale di un ufficio stampa è quella di selezionare, filtrare e veicolare il flusso delle informazioni provenienti dall’interno dell’ente/organizzazione verso gli organi di informazione, per i quali, a sua volta, è il punto di riferimento. Ha quindi il compito di trasmettere le notizie in modo chiaro, attraverso i canali appropriati, nei tempi opportuni, raggiungendo i destinatari privilegiati del proprio messaggio.

Gli obiettivi sono: ottenere la migliore e più ampia visibilità possibile sui media, contribuire ad aumentare l’influenza, a rafforzare il prestigio, l’autorevolezza, a costruire un’immagine positiva dell’organizzazione o ente o azienda che si rappresenta e a consolidarla nel tempo.

I principali interlocutori dell’ufficio stampa sono: quotidiani, web, radio, tv, riviste, ecc. in grado di raggiungere precisi e circoscritti target di utenza così come il pubblico di massa in generale.
Nella gestione dei complessi e delicati rapporti con i mezzi di comunicazione di massa, l’addetto stampa deve essere sempre aggiornato sui cambiamenti nel panorama editoriale. E se è riuscito a instaurare solidi rapporti con i referenti dei vari media, può svolgere un’altra importante funzione: quella di interpretare i segnali che provengono dai mezzi di informazione, analizzando l’opinione che il mondo del giornalismo ha dell’azienda, ente o associazione di cui si occupa e tenendone conto nella scelta dei temi in agenda da affrontare nelle successive conferenze stampa.

L’ufficio stampa svolge molteplici attività tra le quali:

  • organizzare la raccolta e l’archiviazione della documentazione di base inerente l’organizzazione, l’ente, l’azienda di cui si occupa (il piano di comunicazione, le strategie di sviluppo dell’ente, informazioni sui prodotti o servizi erogati, foto e immagini, video, ecc.);
  • verificare fonti, notizie, riferimenti all’attività e reperire documentazione;
  • individuare i punti di forza dell’organizzazione utili alla promozione della stessa;
  • curare una serie di rapporti personali con giornalisti, addetti stampa, personaggi della politica, del sindacato, della cultura quali destinatari dell’informazione, dunque creare una rete di relazioni pubbliche ampia e personale;
  • promuovere l’immagine, i prodotti, le attività dell’ente/azienda/personaggio pubblico per fidelizzare sempre più utenti, clienti, fans/elettori, inviando comunicati e materiali ai vari media;
  • promuovere e organizzare particolari eventi, conferenze e manifestazioni;
  • elaborare una rassegna stampa quotidiana e dei dossier tematici che raccolgono pubblicazioni inerenti l’organizzazione che si rappresenta o eventi/temi di interesse della stessa.

Gli strumenti di un ufficio stampa

Strumenti operativi

La necessità di dotarsi di un’adeguata strumentazione tecnico-operativa diventa condizione irrinunciabile per il lavoro di un ufficio stampa. Computer, telefono, fax, fotocopiatrice, televisore, registratore, radio, connessione ad almeno una agenzia di stampa, elenchi aggiornati di giornalisti, giornali e periodici essenziali, elenchi telefonici non dovrebbero mai mancare a un buon ufficio stampa.

Ma, oltre alle apparecchiature, l’addetto stampa per svolgere il suo lavoro deve saper comunicare attraverso:

  • articoli di promozione;
  • foto e immagini;
  • mailing list;
  • comunicato stampa;
  • cartelle stampa;
  • conferenza stampa;
  • intervista;
  • eventi;
  • premi letterari, mostre, fiere.

Per finire andiamo a vedere quali sono gli elementi fondamentali da conoscere se si lavora in un ufficio stampa:

  • L’area di distribuzione della notizia o evento;
  • Per i periodici e i quotidiani, i tempi entro i quali inviare il comunicato affinché l’articolo possa essere pubblicato sul numero che circola nel periodo interessato. È importante capire di un periodico: i giorni che copre (es. dal lun. al ven.); la data precisa di uscita (da quando la notizia può essere effettivamente in circolazione ed è quindi visibile); la scadenza entro la quale si accettano ancora i comunicati.

In una società dominata dall’informazione e dalla comunicazione, quella del comunicatore è una figura centrale, che ricopre un ruolo strategico nel processo comunicativo.

L’esperto di comunicazione ha il compito di creare e diffondere, attraverso i mass media, l’immagine dell’organizzazione che rappresenta e di curare la comunicazione interna all’organizzazione, gestendo i flussi informativi.
Lavora soprattutto presso enti pubblici, aziende private o uffici stampa. Può lavorare come dipendente, libero professionista o collaboratore di una società di consulenza che offre servizi in questo settore.

Le principali competenze, oltre a una buona cultura, sono la conoscenza degli strumenti comunicativi (intervista, circolari, comunicati stampa, ecc.) e la capacità di pianificare strategie di informazione in riferimento al messaggio trasmesso e al pubblico al quale è diretto.

La professione non è disciplinata da norme specifiche nel settore privato, anche se sono altamente consigliati il conseguimento di una laurea nell’area della comunicazione e ulteriori passaggi formativi, quali stage o corsi di specializzazione post-laurea. Al contrario, per lavorare negli enti pubblici, è richiesto il possesso della laurea in scienze della comunicazione o, nel caso di laureati in diverse discipline, di un diploma di specializzazione post-laurea (master o corso di perfezionamento).

Il comunicatore lavora soprattutto all’interno di un’azienda: cerca di coinvolgere dipendenti e collaboratori sulle attività e sui cambiamenti dell’ambiente in cui lavorano. Questo obiettivo passa attraverso la creazione di un giornalino interno fino all’organizzazione di meeting. Nella “comunicazione esterna”, invece, uno delle principali funzioni del comunicatore è diffondere in modo mirato e accurato un’immagine positiva ed efficace dell’azienda o ente per cui lavora.

Il comunicatore gestisce le iniziative di comunicazione integrata con i cittadini, le imprese, le associazioni e ad altri enti. Spesso indirizza il suo lavoro soprattutto agli interlocutori più influenti (come istituzioni, stampa, ecc.) e in base al budget che ha a disposizione, definisce contenuti e mezzi delle attività di comunicazione che va a organizzare.

Gestisce manifestazioni istituzionali ed eventi speciali. Cura la redazione dei comunicati stampa, organizza conferenze, incontri ed eventi per la stampa, la radio, la televisione. Realizza prodotti editoriali e/o di comunicazione istituzionale.

Partecipa all’organizzazione di campagne pubblicitarie e all’acquisto di spazi pubblicitari sui vari media, alla progettazione e al coordinamento dei contenuti informativi, all’organizzazione della rete telematica, secondo i criteri di efficacia e usabilità, e ne verifica l’aggiornamento. Partecipa alla definizione e al coordinamento dell’immagine grafica ed editoriale e alla progettazione di soluzioni idonee a promuoverla.

Contribuisce inoltre all’organizzazione e cura il coordinamento delle attività degli sportelli fisici e virtuali di comunicazione con il pubblico e, nel caso di un ente pubblico, promuove l’integrazione con gli sportelli di altre amministrazioni pubbliche anche al fine di garantire l’esercizio del diritto di informazione e di accesso.

Promuove azioni di marketing dei servizi con mezzi tradizionali e nuovi, indagini, analisi dell’immagine dell’ente (privato o pubblico) per cui lavora sull’efficacia delle campagne di comunicazione e sulla valutazione della qualità percepita dei servizi. Opera a diretto contatto con la dirigenza, curando gli aspetti gestionali e di programmazione economico-finanziaria delle attività svolte direttamente o dal personale coordinato, monitorando obiettivi assegnati e risultati raggiunti.

In conclusione vediamo quali sono i requisiti che caratterizzano un buon esperto di comunicazione:

  • realismo e praticità: il comunicatore deve tendere al conseguimento di risultati pratici che incidono sulla realtà, individuando gli interlocutori giusti e scegliendo i mezzi di comunicazione adatti ed efficaci;
  • socialità: deve suscitare interesse per l’oggetto della comunicazione, fornendo tutti gli strumenti idonei per l’approccio e la comunicazione da parte dei mass media;
  • onestà e verità: deve saper impostare le iniziative di comunicazione su una base di informazione e conoscenze non falsate, tenendo conto delle esigenze del proprio pubblico (cittadini/clienti/utenti);
  • sensibilità e creatività comunicativa sia a livello ideativo, sia a livello operativo;
  • capacità di esprimere la cultura della propria organizzazione sia nei momenti programmati sia nella gestione dell’emergenza.

Comunemente informazione e comunicazione vengono utilizzati come sinonimi, ma negli ambiti lavorativi del giornalismo e della comunicazione rispondono a due funzioni completamente diverse.

Il processo comunicativo

La comunicazione è costituita da un insieme di elementi, che una volta connessi tra loro, rendono possibile il trasferimento di un messaggio da una fonte emittente a quella ricevente.

comunicazione

E = emittente: il soggetto che comunica il messaggio.
R = ricevente: il soggetto che riceve il messaggio.
Messaggio: il contenuto di ciò che si comunica. Può essere un’informazione, un dato, una notizia o una sensazione.

Gli elementi basilari del processo di comunicazione sono:

  • La fonte, che emette l’informazione, definito messaggio;
  • Il soggetto ricevente, che acquisisce il messaggio;
  • Il mezzo che rende possibile la trasmissione del messaggio definito canale di comunicazione;
  • L’apparato di codifica del messaggio, cioè l’uso di un linguaggio che rende possibile la trasmissione;
  • L’apparato di decodifica del messaggio ricevuto, cioè l’interpretazione dei significati da parte del ricevente;
  • Il feedback: il messaggio di ritorno del ricevente che serve a capire sia il tipo di reazione, sia se le tesi e i segnali che la fonte emittente ha inviato siano state recepite o, al contrario, respinte.
  • Il contesto o ambiente: il luogo fisico o sociale (famiglia, luogo di lavoro) in cui avviene lo scambio comunicativo e che quindi ne influenza le modalità e risultati.

In sintesi l’emittente elabora un’idea e la codifica in un codice (linguaggio, immagini, ecc.) per trasformarla in un messaggio che viene recepito e decodificato dal ricevente.
Affinché il messaggio venga compreso secondo le intenzioni dell’emittente è fondamentale usare un codice condiviso (lingua italiana) e conoscere capacità e limiti (culturali, mentali o di altro tipo) del ricevente che possono incidere sull’interpretazione del messaggio, al fine di elaborarlo in modo tale da ridurre o annullare le possibilità di cattiva interpretazione.
Nel corso della comunicazione (soprattutto nel caso di comunicazione vis a vis), l’emittente riceve continui feedback dal ricevente che sono a loro volta dei messaggi. Tali messaggi consentono all’emittente di conservare o modificare la modalità di comunicazione in atto.

Differenza tra comunicazione e informazione

L’informazione è lo scambio di notizie e dati dai media al pubblico, è un servizio che risponde al bisogno delle comunità di conoscere ed è prodotta con un metodo controllato, attraverso l’uso di fonti che si possono verificare.
La comunicazione è la trasmissione di messaggi che hanno lo scopo di orientare il modo di pensare del pubblico (consumatore, elettore, ecc.), nel senso previsto e voluto da chi comunica. Colui che formula ed emette il messaggio ha quindi come obiettivo quello di persuadere chi lo riceve, facendogli acquistare un dato prodotto, eleggere quel tale politico o sostenere quella tal associazione che sta promuovendo.
L’informazione è fatta dai giornalisti, la comunicazione dalle agenzie e dai professionisti della comunicazione per conto di aziende, associazioni, personaggi pubblici che hanno bisogno di valorizzare la propria attività. Spesso la promozione è gestita da un team composto dal grafico pubblicitario, dal copywriter, dal media planner, dal web advisor, ecc. Nel settore dell’informazione si distinguono due figure professionali: il giornalista (che a seconda delle funzioni ha denominazioni diverse: redattore, reporter, inviato, ecc.) e l’addetto stampa. Il primo raccoglie informazioni e elabora la notizia nel rispetto della veridicità e attendibilità. Il secondo è colui che invia le informazioni al giornalista per dare visibilità sui media alle attività del soggetto (fisico o giuridico) che rappresenta. L’addetto stampa ha l’abilità di far diventare notizia (quindi materia prima dei media) e di far circolare gratuitamente o a costi ridotti quelle stesse informazioni che sono oggetto anche della pubblicità (servizio a pagamento e generalmente costoso). 

locandina_stretta_corso_bozze_aulaSi è svolto nel Museo Faggiano a Lecce, il 15 ottobre 2016 alle ore 16:00 l’evento dal titolo Il correttore di bozze nell’era dei touch screen. Durante l’incontro, gratuito e aperto al pubblico, sono interventui esperti del mondo dell’editoria e gli intervenuti hanno preso parte alla prima lezione del corso di formazione Il correttore di bozze in una casa editrice organizzato da Polaris Hub.

Hanno dato un contributo:

  1. Rossella Bufano
    Direttrice della rivista on line Ripensandoci (www.ripensandoci.com). Redattrice, correttrice bozze e coordinatrice di prodotti editoriali, giornalista pubblicista, ghostwriter (saggistica e reporter area umanistica: storia, filosofia politica, comunicazione, diritto), web editor e docente ddi corsi di editoria e giornalismo.
  2. Dino Salamanna
    Consulente in finanza agevolata, business plan e formatore; espero nell’avvio di start up e redazione di Business Plan; Project Manager e formatore in amministrazione e finanza d’impresa; responsabile area “FINANZA AGEVOLATA” ed area “FORMAZIONE” dell’Associazione di imprenditori “AssoImprese Galatone-Nardò”.
  3. Douglas Rapanà
    Impaginatore grafico, correttore di bozze e responsabile dell’area FORMAZIONE di Polaris Hub. Si occupa di pubbliche relazioni, comunicazione e ufficio stampa; web editor e docente dei corsi: “Il Correttore di Bozze in una casa editrice”, “L’addetto Ufficio Stampa – Comunicazione e nuovi media”, “Giornalismo on line”, “Grafica e impaginazione editoriale”.

Nella prima parte dell’incontro sono stati trattati argomenti quali la figura del correttore di bozze e la sua evoluzione in funzione delle nuove tecnologie che si susseguono da circa un decennio nel campo editoriale: gli ebook e ereader, il libro e la sua correzione.

I partecipanti hanno avuto la possibilità di eseguire dei test ed esercitarsi su testi preparati appositamente per la lezione.

Perché per musei e strutture culturali è utile far parte dei poli?

Nell’ambito territoriale di competenza il polo valorizza e gestisce musei, istituti e luoghi di cultura (statali o privati) che ne fanno parte. Per adempiere a tali compiti il polo stabilisce strategie e obiettivi comuni di valorizzazione, promuove l’integrazione dei percorsi culturali e itinerari turistici.

Qualsiasi attività culturale dovrebbe prendere coscienza dell’utilità di far parte di un aggregazione, ossia di un polo culturale.

Obiettivi interessanti che un polo può porsi sono:

  • valorizzazione del patrimonio;
  • supporto nella gestione;
  • miglior integrazione tra cultura e turismo;
  • aumentare la propria visibilità;
  • collaborazione e interazione con strutture culturali di profili differenti per attrarre un maggior numero di visitatori;
  • collaborazione per l’identificazione delle migliori tecniche sulla conservazione e restauro di un bene;
  • produzione congiunta di beni (bookshoop, libri, guide, gadget, ecc…) da poter vendere per ottenere un ulteriore ricavo;
  • mezzi di trasporto che possono essere usati da più strutture;
  • organizzare eventi collettivi;
  • massimizzazione del rapporto tra i benefici e costi connessi all’esperienza culturale;
  • permettere di ricostruire un quadro della domanda e dell’offerta turistica e culturale.

Le attività culturali che già fanno parte di un polo o sistema museale insieme hanno creato cataloghi e guide, organizzato più mostre ed eventi, messo a disposizione servizi multimediali e attività didattiche, hanno aumentato il numero di visitatori e ottenuto maggiori finanziamenti pubblici. Questi sono tutti effetti positivi della collaborazione rispetto all’isolamento, specie in tempi di crisi dove la rete tra più strutture salva i piccoli musei che, da soli, faticano a dotarsi di personalità.

In conclusione la rete museale, o polo culturale che sia, costituisce un punto di riferimento per rispondere alle molte criticità del settore quali:

  • offerta di servizi incompleta o insufficiente;
  • offerta di eventi concentrata in alcune aree e di limitato impatto di pubblico;
  • strumenti di comunicazione poco diffusi e di limitata caratura promozionale;
  • disponibilità di personale apparentemente consistente ma distribuito in modo inefficace;
  • bassa disponibilità alla creazione di reti e sistemi;
  • scarsa connessione con circuiti turistici.
Museo di Capodimonte - Napoli
Museo di Capodimonte – Napoli

Perché per musei e strutture culturali è importante stare sul web?

Nel mondo d’oggi la rete e il web diventano sempre più un investimento su cui puntare per il futuro essendo internet la piattaforma principale con la quale raggiungere la maggioranza dei giovani e delle nuove generazioni. I vecchi media, come radio e tv, raggiungono un numero inferiore di utenza e hanno un costo pubblicitario maggiore. I dati già parlano chiaro: anche nel mondo delle attività culturali funziona la condivisione di comunicazione, l’uso di siti web e dei social network. Specialmente musei e strutture culturali più piccole e meno note possono inquadrare nel web il loro principale alleato per farsi pubblicità, ascoltare l’utenza, indicare dove farsi trovare, fare branding, valorizzare prodotti e servizi, generare lead, vendere e fidelizzare a costi ben più contenuti rispetto ad altre piattaforme, massimizzando i risultati. I dati dimostrano che le strutture attive sul web (di qualsiasi natura esse siano) crescono più in fretta e raggiungono più utenza, anche quella di livello internazionale.

In conclusione, per molte persone oggi se un‘attività non è presente su internet semplicemente è come non esistesse perché esserci rappresenta un simbolo di maggior affidabilità e presenza per l’utente. Molte persone cercano informazioni per i loro itinerari esclusivamente su internet e non raggiungere una tale fetta di popolazione risulta veramente poco conveniente per qualsiasi tipo di business.

La correzione di bozze fa parte dei mestieri del giornalismo e dell’editoria ma la si può trovare anche in altri settori. A spingere il correttore di bozze nel suo lavoro è principalmente la passione per la lettura ma anche il gusto per la precisione e la qualità del prodotto in quanto serve molta pazienza e rigore per svolgere questa mansione.

Esaminiamo più nel dettaglio tale figura lavorativa.

Si occupa di correggere la bozza di un testo qualsiasi partendo dai più impegnativi libri fino anche alla più piccola delle brochure. La bozza è una copia/stesura non ancora definitiva o completa che deve ricevere una o più revisioni per eliminare i vari tipi di errori possibili nella scrittura di un testo e adattare l’opera alle norme redazionali della casa editrice (se presenti).

Perché è necessario che più occhi valutino la stessa opera?

8_Aleksandr_Deyneka_Donna_con_libroSpesso a una sola persona (specialmente se si tratta dell’autore stesso) sfuggono molti dettagli ed errori, sia per distrazione che per stanchezza. Questo non accade quando sono coinvolte più persone: “più occhi” possono notare e correggere inesattezze e incongruenze. Teoricamente una bozza è la fine di un processo di editing e revisione senza errori di forma ma con errori di distrazione o sviste. Di fatto il correttore di bozze spesso si ritroverà a fare un lavoro di editing che è un vero e proprio intervento sul testo (può arrivare fino a scrivere o riscrivere intere frasi) con lo scopo di migliorarlo eliminandone i difetti fino a raggiungere il prodotto finito. Nonostante i correttori automatici e i vari progressi tecnologici il correttore di bozze sarà sempre un mestiere ricercato poiché il computer non è ancora in grado di rimpiazzare la creatività umana fondamentale in questa attività che non è solo semplice correzione grammaticale!

I vari corsi sull’editoria e in particolare quelli sul correttore di bozze possono aprire tante possibilità lavorative e permettono di capire se il mondo dell’editoria può dare un futuro. Un autodidatta, per quanto bravo, difficilmente farà molta strada; il modo migliore per perfezionarsi resta dunque lavorare sotto la supervisione di veri professionisti.

Quali caratteristiche è bene avere prima di scegliere questa carriera?

Sicuramente è necessario avere ottima conoscenza della lingua italiana, lettura spedita, e buona concentrazione. Ma ora rispondiamo alla domanda che di sicuro interesserà chi ancora è indeciso se intraprendere questo percorso lavorativo o meno.

Si può vivere facendo il correttore di bozze?

La risposta non è semplice perché oggi per essere “presi” da una casa editrice servono competenze tecniche che si imparano e si affinano soprattutto con la pratica. Infatti, gli editori, spesso preferiscono servirsi di personale o collaboratori già formati. Nelle case editrici (soprattutto quelle di medie-piccole dimensioni) i redattori sono di frequente carichi di lavoro e accade spesso che si affidino a correttori di bozze esterni o stagisti; da notare, quindi, che quella del freelance è la formula più usata per questo mestiere. Concludiamo dicendo che anche i privati possono richiedere tale lavoro e bisogna pure considerare che un correttore di bozze può lavorare tranquillamente da casa.

Iscriviti al nostro corso prova e gratuito
“Il correttore di bozze in una casa editrice”

Finanziamenti Europei

I finanziamenti europei per la cultura sono un’importante possibilità di business per chi lavora in questo settore. L’obiettivo di questi fondi non è solo finanziare ma anche divulgare l’identità culturale delle nazioni aderenti a questi programmi di cooperazione e sviluppo. Iniziamo a fare alcuni esempi.

Fondi Europei Diretti

Sono contributi distribuiti alle organizzazioni culturali richiedenti, direttamente gestiti dalla commissione europea. I beneficiari di questi fondi possono essere tutte quelle attività facenti parte dell’ambito culturale (escluso il settore audiovisivo) senza scopo di lucro e che hanno sede legale in paesi dell’UE. Il budget del contributo minimo è di 2.000 euro all’anno fino a un massimo di 500.000 euro. Sono coperti tutti gli oneri di finanziamento, ossia ogni spesa che un’associazione sostiene per lo sviluppo delle attività ordinarie.

Programma Europeo 2014-2020 Europa Creativa

È un programma europeo ideato per sostenere l’ambito culturale, audiovisivo e creativo che può contare su un budget di 1,293 miliardi di euro. I beneficiari sono le attività operanti nel settore creativo e culturale costituiti da almeno 2 anni con sede nei paesi UE. I suoi obiettivi sono promuovere e tutelare le diversità linguistiche e culturali europee. Nel dettaglio concede finanziamenti per progetti di

  • cooperazione europea;
  • creazione di reti europee;
  • creazione di piattaforme europee;
  • progetti di traduzione letteraria;
  • sviluppo delle conoscenze e competenze degli operatori culturali;
  • adeguamento alle tecnologie digitali;
  • sperimentazione di approcci innovativi per la sviluppo del pubblico;
  • sperimentazione di nuove modelli di gestione e di impresa;
  • cooperazione per lo sviluppo della carriera degli artisti e operatori culturali in Europa e oltre;
  • creazione di nuove opportunità di lavoro;
  • organizzazione di attività culturali internazionali (tournée, eventi, mostre, scambi, festival);
  • promozione della circolazione della letteratura europea;
  • progetti per stimolare l’interesse e migliorare la fruizione del patrimonio culturale europeo.

Finanziamenti Statali e Nazionali

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo fornisce diversi finanziamenti e agevolazioni a vari settori e attività (come quello al Fondo Unico per lo Spettacolo)

  • facilitazioni per gli immobili gravati da vincoli;
  • contributi diretti volti a sostenere l’attività di istituzioni e associazioni culturali;
  • la concessione del Patrocinio per eventi/iniziative Nazionali o Internazionali di elevata importanza culturale, artistica, storica, scientifica e turistica.

Andiamo a vedere degli esempi.

Contributo Ordinario dello Stato

Sono beneficiare le istituzioni culturali e viene assegnato triennalmente. Nel triennio terminato nel 2014 il budget stanziato è stato di 5,430 milioni di euro attribuiti a 103 istituti partendo da un minimo di 25,000 a un massimo di 280,000 euro. Requisiti utili sono:

  • essere un attività culturale continuativa da almeno 5 anni (o attiva da almeno 3);
  • assenza fini di lucro;
  • avere una programmazione;
  • disponibilità di un rilevante patrimonio bibliografico;
  • aver svolto per la propria attività la promozione e l’organizzazione di convegni, mostre, eventi e attività editoriali.

Le scadenze sono:

  1. il 30 maggio per i finanziamenti ordinari;
  2. il 31 marzo di ogni anno per finanziamenti straordinari;
  3. fine febbraio di ogni anno per contributi annuali per istituzioni non inserite nella tabella dei richiedenti.

Finanziamenti dall’ente erogatore Fondazione CR

Ha l’obiettivo di sostenere le attività culturali promuovendo l’istituzione di nuove o la riorganizzazione di quelle esistenti. I Beneficiari sono musei, mostre, istituti scolastici o d’arte, attività editoriali, esposizioni di arti visive e del patrimonio storico-culturale. I requisiti principali sono la tipologia di organizzazione culturale citata in precedenza (pubblica o privata che sia) e il vincolo che non venga richiesto il finanziamento per iniziative riguardanti opere di artisti viventi. La Scadenza è annuale e per maggiori informazioni si può compilare il modulo on-line della fondazione.

Finanziamenti Regionali

Anche le regioni sono molto attive nella valorizzazione della cultura e del proprio territorio nonché la protezione del patrimonio e delle aree di pregio. Attraverso il sostegno a progetti mirati le regioni puntano ad aumentare:

  1. la visibilità e attrattiva complessiva del bene;
  2. l’afflusso di turisti instaurando accordi con tour operator e sostenendo altri servizi del settore turistico;
  3. i legami della comunità locale;
  4. le possibilità di competere con altre attrazioni;
  5. la capacità di attrarre ulteriori finanziamenti collaborando anche con potenziali sponsor.

Andiamo a vedere un esempio per la Regione Puglia:

“Sistema dei Musei” (accordo programma Quadro)

Sono previste agevolazioni e contributi per chi intende effettuare questi tipi di interventi:

  • messa in rete del museo;
  • conservazione e restauro del bene;
  • voler creare banche dati disponibili su internet;
  • voler allestire laboratori didattici;
  • mettere a norma l’attività;
  • migliorare l’accessibilità per anziani e persone diversamente abili;
  • voler allestire nuovi spazi per il pubblico.

I beneficiari sono:

  • aree archeologiche;
  • musei;
  • archivi;
  • biblioteche;
  • teatri storici;
  • siti di rilevanza storica e culturale;
  • attività e complessi monumentali di interesse storico, artistico e culturale.

I requisiti sono:

  • avere un regolamento interno;
  • avere un direttore responsabile come coordinatore;
  • avere una regolare apertura al pubblico per un orario non inferiore alle 20 ore settimanali;
  • avere un progetto esecutivo.

Sono stati sostenuti 144 progetti e il budget stanziato ammonta a 62 milioni di euro.